Il silenzio assordante dei media sulle (non) dimissioni di Benedetto XVI
La scoperta che Papa Ratzinger potrebbe non aver abdicato, ma “solo” dichiarato la (Santa) sede impedita, sarebbe il caso giornalistico del millennio. Ma la stampa lo ignora…
In grammatica, una figura retorica come “silenzio assordante” si definisce ossimoro: l’accostamento di due termini dal significato contrario o fortemente antitetico. A livello mediatico, quest’espressione si usa talvolta per indicare l’assenza di un’azione – e più spesso una reazione – che sarebbe stato lecito attendersi. Tipo, per intenderci, il mutismo di certe femministe di fronte allo scempio dei diritti (soprattutto delle donne) perpetrato dai Talebani in Afghanistan. O quello del cosiddetto “quarto potere” davanti al susseguirsi di indizi sulle (non) dimissioni di Benedetto XVI.
Il silenzio assordante sulle (non) dimissioni di Benedetto XVI
Sono passate due settimane dalla nostra scoperta shock che potrebbe sconvolgere il futuro (e anche il presente) della Chiesa cattolica. Un messaggio, rinvenuto tra le pieghe del libro-intervista Ultime conversazioni, che parrebbe avvalorare un’ipotesi sulla quale il collega Andrea Cionci indaga da tempo. Quella secondo cui la celeberrima Declaratio di Papa Ratzinger non era una dichiarazione di rinuncia, bensì di (Santa) sede impedita.
Nel primo caso, autorevoli giuristi quali l’avvocatessa Estefanía Acosta e il docente Antonio Sánchez Sáez hanno dimostrato che essa sarebbe giuridicamente invalida. E, significativamente, lo hanno dimostrato utilizzando le stesse argomentazioni di canonisti “bergogliani” come Monsignor Giuseppe Sciacca e la professoressa Geraldina Boni, semplicemente evidenziandone le contraddizioni.
In estrema sintesi: il Papa è uno solo (non esistono due Papi, né un Papato “allargato”). Dal 1983 l’ufficio papale si considera composto di due enti: il munus (il titolo divino di Pontefice) e il ministerium (l’esercizio pratico del potere). Secondo il Canone 332 §2, un Vicario di Cristo intenzionato ad abdicare deve rinunciare al munus. Tuttavia, nella Declaratio Papa Benedetto annunciava di lasciare il ministerium.
Fatti e indizi
Questi sono fatti – e nemmeno isolati. Basti considerare, per esempio, che Joseph Ratzinger ancora indossa la veste bianca, vive in Vaticano, si firma P.P. (Pater Patrum) e impartisce la benedizione apostolica. Ammette (come da nostra recente intuizione) l’eventualità di essere l’ultimo Papa «come l’abbiamo conosciuto finora», quale è designato nella profezia di Malachia. In più, c’è il piccolo dettaglio che l’istituto di Papa emerito non esiste, come Oltretevere hanno notato solo ora – tant’è che adesso stanno cercando di normarlo.
Tutti aspetti di cui Benedetto XVI sembra perfettamente consapevole. E su cui pare stia lanciando, da otto anni, dei messaggi a chi ha orecchi per intendere. Dell’ultimo ha dato conto il blog fromrome.info, che ha citato una domanda ben precisa del giornalista Peter Seewald, sempre in Ultime conversazioni. «La diminuzione del vigore fisico è un motivo sufficiente per scendere dal soglio di Pietro?»
Questione a cui Papa Ratzinger ha risposto parlando subito di un fraintendimento legato alla funzione (cioè al ministerium). Ma il successore di Pietro «è coinvolto nell’intimo dell’essere», ovvero al superiore livello del munus. E – ha aggiunto Sua Santità – se un Pontefice non riesce più a svolgere l’incarico (pratico) in modo completo, deve «lasciare libero il soglio». Non, cioè, scendere da esso (come ventilava Seewald), bensì lasciarlo libero, sgombro, inoccupato.
Il silenzio assordante dei media
Questo, secondo alcuni insigni latinisti, è proprio il senso originario di un verbo che campeggia nella Declaratio del febbraio 2013. Vacet, che in riferimento alla «sede di San Pietro» è stato tradotto come “sarà vacante”, ma può legittimamente essere interpretato come comunicazione di sede impedita.
Uno status previsto dal Canone 412 del Codice di Diritto Canonico, che si verifica quando il Vescovo diocesano è impossibilitato a esercitare l’ufficio pastorale. E questo «a motivo di prigionia, confino, esilio o inabilità, non essendo in grado di comunicare nemmeno per lettera con i suoi diocesani».
Proprio la situazione che Joseph Ratzinger si trovò a vivere otto anni fa. Assediato da nemici interni (la Mafia di San Gallo), esterni (il blocco dei bancomat vaticani), e con la posta privata data alle stampe (lo scandalo Vatileaks).
Rebus sic stantibus, significherebbe che Benedetto XVI è ancora l’unico vero Papa, con tutte le (dirompenti) conseguenze del caso. Caso che sarebbe di gran lunga quello giornalistico del millennio, ma che i media mainstream, trincerati dietro il loro silenzio assordante, continuano incredibilmente a ignorare. Verrebbe da chiedersi cui prodest. Ma in ogni caso (e in tutti i sensi) è proprio un vero peccato.